mercoledì 20 giugno 2012

la chiamata del Liberdì

Il tempo è una convinzione, o meglio una convenzione. Le convinzioni, e le convenzioni pure, vanno bene quando funzionano, quando invece ti castrano o non ti piacciono più o ti impediscono di fare le cose che veramente vorresti, andrebbero affrontate, destrutturate (o distrutte) e trasformate in altre convenzioni, convinzioni che siano efficaci, che facciano stare bene, etc.


Quanta gente dice "vorrei ma non ho tempo...", "non ho mai tempo per fare le cose che voglio...", "sarebbe bellissimo, se solo avessi tempo...." . Ci credo che il tempo non c'è: la settimana dura solo sette giorni e le cose da fare sono infinite. Anch'io avevo problemi di tempo... quindi mi son detto: di cosa avrei bisogno? "di un giorno in più" mi son risposto. Ed è nato così il Liberdì.



Il Liberdì è una giornata che non esiste sui calendari, ha durata variabile (di solito intorno alle 6 ore) e si crea mettendo da parte un po' di tempo nelle giornate convenzionali, quelle che ci insegnano da bambini. Il Liberdì è la giornata che dedico a me stesso (senza lavoro ma anche senza studio). Il Liberdì non capita tutte le settimane, ma quando capita è davvero una gioia.

Oggi è Liberdì e ho deciso di fare una camminata. Il caldo è micidiale anche in casa, tanto vale approfittarne per eliminare un po' di tossine sudando e guardare la città messa a nudo. Con il caldo crollano tante barriere: per esempio puoi trovare impettiti professionisti concedersi un bottone slacciato e qualche centimetro di lasco della cravatta, o eleganti signore di una certa età che, con la scusa del nipotino, si mangiano due gelati alla volta contorcendosi per scongiurare inevitabili giocciolamenti.

A un certo punto mi trovo sotto l'ufficio di una mia amica, la chiamo al telefono
"sono qui sotto hai tempo per un gelato?"
"volentieri" risponde, mentre sento in sottofondo squillare un altro telefono "...ho una chiamata dall'interno, scendo tra cinque minuti" e riattacca.

attendo volentieri e mi soffermo a pensare a quelle parole "ho una chiamata dall'interno"

Arriva e, raggiante, mi dice: "sono contenta che sei passato, volevo farti sapere che ho preso una decisione molto importante". La mia amica cambia lavoro, cambia paese, e va a vivere al di là del mare, molto lontano. Sono felice per lei: mangiamo un buon gelato, con relativi gocciolamenti, facciamo una passeggiata e la scorto fino all'ufficio. Torno a casa camminando e non riesco a smettere di pensare a quella "chiamata dall'interno": sarà stata la sua volontà? il suo scopo della vita? la sua anima libera? chiunque sia stato, buona fortuna, amica; anche se sono sicuro che con le tue capacità la fortuna non ti servirà a niente.

e tu? sai riconoscere le tue chiamate dall'interno? e cosa fai se il tuo telefono interiore squilla quando sei impegnato in un'altra conversazione?




alberto@coachit.it

photo credit: KennethMoyle via photo pin cc

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